Magneti per acceleratori
Gli acceleratori di particelle sono necessari per investigare due argomenti di ricerca fondamentali e strettamente correlati fra loro. Il primo è relativo alla fisica delle particelle, e mira a dare una risposta a domande basilari quali: “cosa è la materia?”, “quali sono i suoi componenti ultimi?” e “che tipo di interazioni esistono tra le particelle?”. Il secondo è relativo alla astronomia, ed è finalizzato a ricreare con collisioni ad alta energia le stesse condizioni esistenti nei primi istanti dell’origine dell’universo, immediatamente dopo il “Big Bang”. Le domande cui si cerca risposta sono le seguenti: “come era la materia in quegli istanti?”, e “come si sono unite le particelle fondamentali per creare gli atomi, le stelle, le galassie, come le osserviamo oggi?”. |
|
Acceleratore sotterraneo del CERN |
Esistono
due tipi di acceleratori: lineari e circolari. Tutti i fasci di particelle
iniziano la loro accelerazione in acceleratori lineari, ma la necessità di
raggiungere energie elevatissime richiederebbe acceleratori lineari di
lunghezza inaccettabile, cosicché la soluzione preferita è quella di fare
ruotare fasci di particelle in acceleratori circolari (anelli di accumulo)
fino al raggiungimento dell’energia desiderata. La circonferenza
dell’acceleratore LHC (Large Hadron Collider) in costruzione presso il CERN
di Ginevra è lunga 27 Km. |
In qualunque tipo di acceleratore esiste
una linea, l’orbita di progetto, sulla quale idealmente si dovrebbero muovere
tutte le particelle. Se questa orbita è curva, come negli acceleratori
circolari, è necessario applicare alle particelle delle forze centripete. In
realtà, la maggior parte delle particelle di un fascio deviano dalla orbita
di progetto, rendendo necessarie anche forze che contribuiscono alla
collimazione del fascio. |
|
Forza di Lorentz agente su
particelle cariche |
Sia le forze necessarie per la curvatura
sia quelle necessarie per la collimazione del fascio sono ottenute tramite
campi elettromagnetici. In
particolare per la curvatura è sufficiente sfruttare la forza di Lorentz
dovuta ad un campo magnetico diretto ortogonalmente all’asse del fascio. |
Magnete superconduttore per
LHC |
Essendo la velocità delle particelle
estremamente elevata, sono necessarie forze di Lorentz molto elevate, e
quindi campi magnetici molto intensi. Tali campi magnetici possono essere
realizzati in modo conveniente dal punto di vista energetico solo tramite
magneti superconduttori, che consentono una enorme riduzione della potenza
richiesta agli alimentatori. |
Durante il funzionamento dell’acceleratore,
per mantenere le particelle sull’orbita di progetto, all’aumento della loro
velocità deve essere fatto corrispondere un adeguato aumento del campo
magnetico. Per questo motivo il naturale funzionamento dei magneti
superconduttori per acceleratori è di tipo dinamico. La elettrodinamica dei magneti
superconduttori viene studiata presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica
in stretta collaborazione con la divisione LHC (Large Hadron Collider) del CERN di Ginevra e con il Fermilab di Chicago. I codici di calcolo per
lo studio dei magneti superconduttori sono stati sviluppati in collaborazione
con Cryosoft. Sono stati in particolare sviluppati
codici di calcolo e formule analitiche per la valutazione delle perdite in
corrente alternata e la distribuzione di corrente nei cavi di tipo Rutherford
utilizzati per avvolgere i magneti per acceleratori. Sono disponibili presso il
Laboratorio di Superconduttività Applicata tesi inerenti lo studio della
elettrodinamica dei magneti superconduttori per acceleratori, con possibilità
di trascorrere un periodo di ricerca all’estero presso la divisione LHC del
CERN di Ginevra. Bibliografia L. Bottura, M. Breschi, M. Schneider, “Measurements
of magnetic field pattern in a short LHC dipole model”, LHC-MTA Internal
Note, 30 Novembre, 1999 M. Breschi, L. Bottura, “Fast measurement of field harmonics through a
set of Hall probes”, LHC-MTA Internal Note, 24 Gennaio, 2000 L. Bottura,
C. Rosso, M. Breschi, “A General Model for Thermal, Hydraulic and Electric
Analysis of Superconducting Cables”, Cryogenics 40 (2000), pp.617-626 A.
Akhmetov, L. Bottura, M. Breschi, “A Continuum Model for Current Distribution
in Rutherford Cables”, IEEE Transactions on Applied Superconductivity, (11),
2001, pp. 2138-2141. M. Breschi, “Current Distribution in Multistrand
Superconducting Cables”, Ph.D. Thesis, University of Bologna, Marzo 2001 L.
Bottura, M. Breschi, M. Fabbri, “Analytical Solution for the Current
Distribution in Multistrand Superconducting Cables”, Journal of Applied
Physics, Vol. 92, 12, pp. 7571-7580,
Dicembre 2002. A.
Akhmetov, L. Bottura, M. Breschi, P. L. Ribani, “A theoretical analysis of
current imbalance in flat two layer superconducting cables”, Cryogenics 40
(2000), pp. 627-635. |